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A volte le cose succedono… l’aver ospitato sr Angel Bipendu (congolese della congregazione delle Discepole del Redentore) ad Almè, quando arrivava dalla Sicilia – assunta dall’ATS di Bergamo – per il servizio alla Guardia Medica, ha dato modo a lei e a noi di sperimentare l’accoglienza e la condivisione dei due carismi… e dell’interculturalità.
Due anni di routine tra guardie notturne, sostituzione di colleghi, aiuto nel riordino delle stoviglie della scuola dell’infanzia e servizio ai bambini stessi quando era necessario il suo intervento davanti a qualche caduta, puntura di insetti, febbre ecc… fino al momento della pandemia quando, per salvaguardare la comunità è andata a vivere nella foresteria del monastero delle Suore Terziarie Francescane… ed in seguito ha trovato un appartamento…
La condivisione, non è mancata neppure in quei mesi faticosi e dolorosi: ogni tanto passava a salutare e a vedere come stavamo, ma nello stesso tempo anche noi ci preoccupavamo per lei, sapendola a contatto quotidianamente con gli ammalati di covid…
Per questo suo servizio, e per quello svolto sulle navi della Guardia Costiera che raccolgono i migranti, dai barconi, ha ricevuto ad Otranto il Premio Caravella in chiusura del XV festival dei Giornalisti del Mediterraneo.
Intervistata da un giornalista della Radio Vaticana, ha avuto anche la possibilità di poter partecipare all’udienza del Papa al termine della quale ci sarebbe stato un breve incontro per un saluto e una parola… al che Sr. Angel ha fatto la richiesta anche per la sottoscritta… e quindi il 20 settembre mi sono ritrovata in Piazza S. Pietro in zona “privilegiata” direi.
Prima di partire, mi è venuto in mente di portare con me una statuetta di Bakhita e dopo la catechesi sul Comboni e il suo amore per l’Africa ho pensato “tombola….niente succede per caso”… E a Papa Francesco nei pochi minuti a disposizione ho detto “Lei ha parlato di Comboni e dell’Africa, io le ho portato una statuetta di Bakhita…”
Vorresti dire un sacco di cose, ma chi spinge la carrozzina è implacabile……ma “va bene così”.
E’ la terza volta che incontro “così da vicino un Papa”: ricordo l’emozione con Giovanni Paolo II; il sorriso mite di Benedetto XVI nella Cappella Sistina dopo il battesimo di Filippo figlio di un ex alunna di Lodi, il cui papà era parente di Papa Ratzinger; ed adesso Papa Francesco. Sono occasioni che ti lasciano un segno e ti aiutano quando non tutto gira per il verso giusto.
Che dire??? Tutto è grazia (dal diario di un curato di campagna).
Sr Maria Vezzoli
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