Nel cuore dell’Uganda, dove l’aria del mattino profuma di terra rossa e d’eucalipto, il 19 ottobre la città di Kampala si è svegliata con un’atmosfera di festa e trepidazione: tra i colli verdeggianti della capitale, i bambini dell’Arcidiocesi di Kampala si sono riuniti per celebrare la Giornata Missionaria Mondiale e il Centenario dell’Arcidiocesi.
Nella Cattedrale, gli alunni della Canossa Primary School di Lweza, illuminati dalla luce del sole filtrato dalle vetrate, hanno animato la S. Messa con canti chepuri (?) e forti che hanno pervaso la navata come un vento buono, mentre il suono dei tamburi e il ritmo delle mani hanno trasformato la celebrazione in una danza collettiva di gratitudine.
Sull’altare, l’Arcivescovo Paul Ssemwogerere ha invitato i bambini ad amare la Chiesa cattolica e a crescere come cristiani responsabili, capaci di portare la gioia della fede nelle proprie comunità e famiglie.
Fuori dalla Cattedrale, la festa è proseguita come un fiume colorato. Le uniformi scolastiche, i foulard, le bandiere: tutto parlava di appartenenza e di gioia. In un lungo corteo, i ragazzi hanno sfilato davanti all’Arcivescovo, sventolando sorrisi sinceri. Poi, come in una grande famiglia, il pranzo condiviso: piatti semplici, mani intrecciate, risate mescolate al profumo del riso e del pollo speziato.
“È stato un giorno memorabile, una scintilla di fede e di futuro” — ha commentato una delle Madri Canossiane, fiera di vedere nei bambini il seme di un domani migliore. E in effetti, in quel piccolo popolo in festa, c’era qualcosa di più grande di una ricorrenza: c’era il respiro di un continente giovane, la vitalità di una Chiesa che cresce con chi non smette di sognare.
Nel pomeriggio, il cielo di Kampala si è tinto d’oro. Le ultime note di un canto si sono alzate leggere tra i tetti e gli alberi di mango. Lì, tra il frastuono delle città africane e la quiete della fede, si è accesa una speranza: quella di una generazione che, con la guida delle Madri Canossiane, impara a costruire ponti di fraternità e di pace.
Perché ogni bambino che oggi canta nel coro di Kampala è una piccola luce che illumina l’Africa.
E come tutte le luci vere, non si spegnerà facilmente.
Note geo politiche
L’Uganda è una terra di contrasti e di luce. Conosciuta come la “Perla d’Africa”, alterna paesaggi di laghi immensi e savane dorate a zone rurali dove la vita scorre ancora semplice, legata alla terra e alle stagioni. Dopo decenni di turbolenze politiche e tensioni etniche, il paese vive oggi un fragile equilibrio: da un lato, la crescita economica e il dinamismo delle sue città; dall’altro, la povertà diffusa, le sfide educative e le ferite ancora aperte di un passato segnato da conflitti.
Eppure, tra i villaggi e le colline del Buganda, ciò che più colpisce è la forza vitale del popolo ugandese: una fede giovane, una gioia contagiosa, una speranza che si rinnova ogni giorno nei volti dei bambini.