AGOÈ-Légbassito, Togo — L’inizio della visita canonica in Togo da parte del Consiglio Generale delle Figlie della Carità Canossiane è risuonato sotto il cielo africano, terso e luminoso come solo un cielo africano può essere, nella cappella della comunità di Sainte Madeleine de Canossa. Le sorelle delle quattro comunità locali si sono radunate in preghiera, con cuore aperto, pronte ad accogliere le rappresentanti della famiglia religiosa internazionale guidata dalla Superiora Generale Sr. Sandra Maggiolo, insieme alla Vicaria Sr. Josemary Keelath e alle Consigliere Sr. Mariana Litmanovich, Sr. Melissa Dwyer e Sr. Albertina dos Santos.
Per capire la portata di questo evento è necessario fare un passo indietro e guardare alla storia religiosa del Togo. L’evangelizzazione del paese iniziò con i missionari europei, che portarono il Vangelo e fondarono le prime comunità cattoliche già in epoca coloniale. Dopo l’indipendenza del 1960, la Chiesa locale si strutturò con diocesi e parrocchie radicate, diventando nel tempo un pilastro importante della vita sociale. Oggi il cattolicesimo convive con le tradizioni africane, l’islam e il protestantesimo, e continua a svolgere un ruolo decisivo non solo sul piano spirituale ma anche educativo e sanitario, con scuole, ospedali e opere caritative che accompagnano la vita della popolazione.
In questo tessuto si inserisce la presenza delle Canossiane, arrivate in Togo nel 1995. Hanno iniziato il loro cammino con l’educazione femminile, aprendo una scuola nella periferia di Lomé, e da allora la loro missione si è ampliata con un centro di formazione tecnica e professionale, un istituto superiore, un centro di spiritualità e perfino un ospedale dedicato a Santa Giuseppina Bakhita. Oggi le quattro comunità, con circa trenta religiose, continuano a vivere accanto alla gente, condividendo la quotidianità fatta di gioie, fatiche e speranze. La loro azione è concreta: scavare un pozzo, aprire un dispensario, accompagnare le famiglie e offrire istruzione ai giovani, soprattutto alle ragazze che spesso non avrebbero altre opportunità.
In questo contesto, la visita canonica, oltre a essere parte del protocollo canossiano, è uno spazio di ascolto, di discernimento e di rinnovata comunione che lega le comunità ospitanti alla radice carismatica di Maddalena di Canossa. Il Consiglio Generale si è prima recato alla scuola — rinnovando l’intuizione di Maddalena di Canossa, secondo cui l’unico modo per combattere la povertà è l’istruzione — e poi all’ospedale Sainte Joséphine Bakhita, diretto dalle sorelle togolesi. È stato un momento di particolare intensità: la Madre Generale ha salutato il personale sanitario e si è soffermata accanto ai malati, portando una parola di incoraggiamento e vicinanza. Un gesto semplice, ma capace di incarnare il cuore della missione canossiana: coniugare l’attenzione alla vita spirituale con la cura per la fragilità umana.
La visita canonica è proseguita la mattina seguente con un incontro corale insieme a tutte le sorelle della delegazione del Togo. Un momento di gratitudine e comunione che si riassume bene nelle parole condivise al termine: “Nous rendons grâce à Dieu” — noi rendiamo grazie a Dio — una celebrazione della gratitudine come stile di vita.
La visita canonica in Togo è stata un momento prezioso di ascolto, confronto e incoraggiamento, che rafforza il senso di appartenenza delle comunità togolesi a una famiglia più grande. La Madre Generale e le Consigliere hanno ascoltato la comunità e, insieme a loro, hanno riflettuto su ciò che funziona e su ciò che va rinnovato, rilanciando le opere già avviate e progettando nuove vie di
missione, sempre più radicate nella cultura locale. Temi fondamentali come la formazione delle giovani suore, la sostenibilità delle strutture e il dialogo con la Chiesa sono stati affrontati e messi al primo posto.
Ne è emerso che, guardando al futuro, le Canossiane in Togo desiderano continuare a essere un segno di speranza. Il loro obiettivo è rendere la missione sempre più parte integrante della vita del paese, con una presenza che sappia coniugare fede e carità, spiritualità e azione concreta. Con il sostegno e la guida del Consiglio Generale, il cammino continua ancora più motivato, ancora più ispirato: un percorso che si snoda tra radicamento, comunione e servizio quotidiano.