L’ultima volta che ci siamo incontrati in questo modo ti ho raccontato come è stata la mia Pasqua. Oggi voglio condividere con voi una delle “mie passioni” ed è quella di considerarmi figlia di Maria Santissima.
Fin da bambina sono stata amorevole e devotissima a Lei, devozione che mi ha accompagnato anche negli anni successivi consigliata pure dal mio direttore spirituale, don Luigi Libera.
Questo santo sacerdote mi diceva: “La mia Figlia continui pure ed accresca sempre più la sua devozione e il suo affetto verso Maria Santissima… perché ogni giorno ci dà prove e testimonianze irrefragabili della sua protezione e del suo amore…”
Sai una cosa? I consigli dati dal mio direttore spirituale si sono realizzati nella mia vita ed è così che la devozione e l’imitazione a Maria, Nostra Madre, ha assunto un’importanza tale da trasformare tutto il mio essere.
Mi viene in mente e al cuore di chiederti: come è la tua devozione a Maria?
Nei primi anni della mia vita ho perso mia mamma, Teresa Szluha: beh, per la verità, quando è morto il mio papà Ottavio, la mia mamma è passata a nuove nozze e ha formato un’altra famiglia.
Questo episodio mi ha fatto capire e sperimentare nel mio essere che tutto passa e si trasforma. Una forte certezza andava maturando in me: avevo un’altra Madre che non mi avrebbe mai abbandonato, la Vergine Maria.
Sono cresciuta umanamente e spiritualmente; quando ho iniziato l’Istituto Canossiano … ahhhh non vi avevo detto che sono la Fondatrice delle Figlie e dei Figli della Carità, Servi dei Poveri … la mia devozione è cambiata e il mio sguardo si è posato sulla Vergine Addolorata.
Contemplando Maria ai piedi della Croce ho scoperto la grandezza e la profondità della Sua preghiera divenuta, con il Figlio Crocifisso, offerta di Carità.
Il Calvario, grazie all’azione dello Spirito Santo, è diventato per me il “Monte degli Amanti”. una dinamica d’Amore bellissima tra il Figlio, la Madre e noi rappresentati nella persona dell’apostolo che Gesù amava.
Nel momento di maggior dolore l’Amore si è sprecato: nessuno si è chiuso in se stesso, ma si sono aperti al mondo; questo Amore non è soltanto umano, ma anche divino e l’ho chiamato Carità.
Dimenticavo di dirvi che già da Fondatrice, quando visitavo le comunità da me fondate, andavo sempre a far visita al santuario mariano più vicino e affidavo a Maria Santissima gli affari importanti. Per esempio: “Andando a Milano, passai davanti al santuario di Caravaggio, e davanti a Maria la chiamai tra le lacrime con il nome di “Mamma” era un modo per sfogare le mie preoccupazioni e tornavo confortata perché sapevo che ero la “quasi Onnipotente“.
Il mio rapporto con la Madonna è stato sempre molto confidenziale, affettuoso, significativo, la chiamavo “Santa Amica”, “Prezioso Tesoro” e nelle opere di carità -specialmente nelle scuole – le dicevo: “Santissima Direttrice”, “Proprietaria dell’Opera”.
Mi sono sentita veramente sua figlia: le mie preoccupazioni Lei le conosceva, i miei problemi e quelli delle mie Sorelle non erano estranei a Lei; a lei affidavo i miei viaggi apostolici, la salute delle Sorelle e tutto l’Istituto era ed è sotto la sua cura, la sua protezione, la sua guida perché è Lei la vera Fondatrice dell’Istituto.
La mia esperienza mariana mi porta a dirvi che: “La mia Madonna è una grande Madre“, per questo vi invito a rivolgervi a Lei, a mettere nel Suo Cuore materno tutte le angosce, tutte le difficoltà che avvertite, perché ho la certezza che con il suo aiuto tutto finirà bene.
Vi incoraggio a confidare in Lei così da far esperienza ogni giorno delle sue benedizioni.
Vorrei concludere con una preghiera di Papa Francesco, anche lui amante di Maria: così ricordava la Madonna ai piedi della Croce:
“Maria, la Madre che Gesù ha donato a tutti noi, possa sempre sostenere i nostri passi, possa sempre dire al nostro cuore: “Alzati, guarda avanti, guarda l’orizzonte”, perché Lei è Madre di Speranza”.
Maddalena di Canossa