Nella vibrante cornice della Provincia “Santa Giuseppina Bakhita” della Repubblica Democratica del Congo, dal 21 al 26 aprile 2025 si è celebrato un tempo di grazia: cinque giovani Sorelle, che hanno emesso i Voti Perpetui cinque anni fa, si sono riunite nella Casa Provincializia di Kinshasa per una sessione di formazione intensa e luminosa.
Guidate dal Padre Ippolito, Provinciale dei Servitori dei Poveri, e da Madre Elisa G., le Sorelle hanno approfondito il tema “Leadership oggi nella Chiesa e nell’Istituto” — una sfida vitale, specie in un contesto sociale e politico fragile come quello congolese, dove la testimonianza cristiana è chiamata a farsi lievito di rinnovamento umano e spirituale.
In un Paese in cui il tessuto sociale è segnato da conflitti, instabilità economica e gravi disuguaglianze di genere, formare donne consacrate come leader significa compiere un gesto profondamente bio-politico: è un atto di resistenza evangelica contro le logiche di potere mondano, è seminare semi di pace, giustizia e dignità.
La leadership cui sono chiamate queste Madri non si misura in carriere o visibilità, ma nell’arte di servire: una guida che si fa dono, che si plasma nell’umiltà e nella forza mite del Vangelo.
Con cuore grato, le partecipanti hanno innalzato la loro lode al Signore, per il dono prezioso di questa formazione, e al Consiglio Provinciale che ha avuto a cuore la loro crescita spirituale e carismatica. In un mondo che spesso misura il valore in termini di dominio e possesso, le nostre Sorelle hanno rinnovato la consapevolezza che “servire è amare”, e che solo chi si fa piccolo può guidare davvero il Popolo di Dio.
La formazione di nuove leader consacrate in Africa non è soltanto una necessità interna agli Istituti: è una risposta profetica alle sfide del nostro tempo. È costruire un futuro in cui la Chiesa sia sempre più casa di fraternità, dove ogni autorità sia esercitata come servizio amorevole e non come privilegio.
Kinshasa, ancora una volta, è stata il luogo in cui il seme della fede si rinnova, certo che il Signore della messe saprà farlo germogliare in abbondanza, per il bene della Chiesa e del mondo.
A chi potevano guardare come icona di vero servizio, di dono totale? Certamente a S. Maddalena loro Fondatrice, ma soprattutto in questo contesto d’Africa a S. Giuseppina Bakhita.
Chi era Santa Giuseppina Bakhita?
Santa Giuseppina Bakhita (circa 1869-1947) è una delle figure più luminose della santità africana.
Nata nel Darfur, in Sudan, fu rapita da bambina e venduta più volte come schiava. Dopo anni di sofferenze indicibili, trovò finalmente la libertà in Italia, dove conobbe l’amore di Dio attraverso il battesimo, scegliendo di consacrarsi per sempre come Suora Canossiana.
La sua vita fu un canto silenzioso di perdono, dolcezza e misericordia. Nonostante le violenze subite, non serbò odio: anzi, nelle sue memorie scrisse di poter “ringraziare i suoi rapitori”, perché attraverso quelle dolorose vicende incontrò Cristo.
Canonizzata da San Giovanni Paolo II nel 2000, Santa Bakhita è oggi patrona degli schiavi, delle vittime della tratta e di quanti soffrono ingiustizie.
Con il suo esempio, insegna che l’amore trasfigura ogni ferita, che la libertà vera nasce dal cuore, e che nessuna storia