Figlia mia, fratello e sorella miei,
se oggi potessi sedermi accanto a te, in questo mondo frenetico e disincantato, ti chiederei solo una cosa: fermati un istante e ascoltami. Lascia che ti racconti cos’è stata, per me, la Pasqua.
Non è stata solo una festa, né soltanto un rito che da ripetere ogni anno. La Pasqua è l’incontro con l’Amore più radicale, quello più grande, il Crocifisso: un amore che si lascia spezzare e consumare per gli altri. È l’inizio di una vita nuova, non più vissuta per sé, ma spesa per chi è nel bisogno, nel dolore, nell’ombra.
Ho imparato questo contemplando profondamente il Crocifisso, come se lo guardassi al suo interno, non con gli occhi, ma con il cuore. Lo guardavo e sentivo una voce sussurrarmi: “Inspice et fac” — guarda e fai. E allora ho capito: non bastava amare i poveri con la generosità di una dama o pregando per loro in monastero, dovevo camminare accanto a loro, stando con loro, condividendo me stessa perché si sentano amati e rispettati nella loro dignità.
Ho lasciato i saloni del mio palazzo per entrare nei cortili della miseria, per servire con le mani e con il cuore. Lì ho scoperto il mio posto nel mondo, ho scoperto la felicità, ho scoperto la vera Gloria: non quella del prestigio, ma quella dell’umiltà che “ama”, ama senza misura. Perché la Croce non è solo un dolore da compatire, è una scuola d’Amore, dove si impara a donare tutto, ma soprattutto a donare se stessi senza sperare nulla in cambio.
Oggi vedo che tanti si sentono lontani da questa radicalità. La vita corre, il linguaggio cambia, la fede sembra un eco del passato Ma Gesù Crocifisso parla ancora, è vivo, presente e oggi chiama te, così come ha chiamato me nella mia giovinezza. Non si tratta di imitare un’antica devozione, ma per amare e servire con il cuore di Cristo, lì dove vivi: nella famiglia, nel lavoro, nella tua comunità.
Il Carisma che mi è stato donato dallo Spirito Santo – la Carità, l’amore gratuito vissuto sul Calvario, nell’impotenza della croce – mi ha fatto sperimentare questo amore nel dono reciproco tra Maria, la Madre e il Figlio Gesù, un flusso infinito di amore da cui noi non siamo esclusi.
È una via di salvezza, anche per te. La vita quotidiana non è un’oasi perfetta, è un laboratorio di misericordia, dove si costruisce comunione partendo dalla fragilità. La Pasqua vera nasce lì, quando scegli di amare nonostante tutto, e di servire non perché sei forte, ma perché ti fidi di Chi è forte in te.
Allora, vuoi davvero celebrare la Pasqua con me? Guarda il Crocifisso. Lasciati guardare. E poi… ama. E servi.
Tua, Maddalena