Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: «Salve ragazzi, com’è l’acqua?» e i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: «Ma che cos’è l’acqua?».
Comincia così, con quest’immagine folgorante, il discorso che lo scrittore americano David Foster Wallace tenne ai neolaureati del Kenyon College durante la cerimonia di consegna dei diplomi del 2005. Il senso dell’immagine è chiaro: le realtà più ovvie spesso sono anche le più difficili da vedere, proprio perché ci siamo immersi dalla nascita. Proprio come i pesci nell’acqua. Ciascuno di noi è chiamato a una scelta: adeguarsi alle mediocrità, difficoltà e aridità del quotidiano, oppure vivere con consapevolezza ogni istante, aprirsi all’ascolto dell’altro e della realtà, lasciarsi stupire, accogliere con semplicità ciò che la vita dona e scoprirsi parti di qualcosa di più grande. E il compito dell’educazione è proprio insegnare questa libertà.