La Carità di Maddalena nel desiderio di andare
di Sr. Maria Des Dores
Noi Sorelle Canossiane siamo arrivate più di 40 anni fa in una zona periferica di Imperatriz, nelle terra del Maranhão – regione nord-orientale del Brasile – con una popolazione di oltre 259mila abitanti. La città si estende lungo le rive del grande fiume Tocantins: è il più grande polo commerciale della regione Tocantina, la porta dell’Amazzonia, attraversata dall’autostrada BR010 (Belem-Brasilia). Nei dintorni della città sono presenti anche molti villaggi indigeni. Fin dall’inizio abbiamo cercato di vivere il dono della nostra missione in questa terra con lo spirito del Buon Samaritano, che vede, prova compassione e si prende cura del malcapitato: così come Gesù stesso si avvicina con compassione al dolore dell’altro, facendosi prossimo.
Nella nostra vita quotidiana cerchiamo di essere sempre attente ai bisogni della nostra gente: dalla mancanza di cibo, alla precarietà della salute, fino all’educazione, che è in grado di trasformare la società.
È la conoscenza della Parola che avvicina l’uomo a Dio e lo mette in ascolto.
Gli abitanti del Maranhão sono persone di fede viva: preparano con molto impegno, dedizione e amore le celebrazioni della Parola, la recita del rosario, gli studi biblici, le novene. Insieme a loro preghiamo sempre per le vocazioni, perché sappiamo che la vocazione è un dono di Dio e non hai mai come finalità soltanto la storia personale, ma è sempre in vista una missione, è un dono di vita in difesa della vita: la vocazione è amare e donarsi. La testimonianza di fede viva di queste persone parla molto a noi sorelle: anche in situazioni difficili sono capaci di restare allegri, accoglienti, non si lamentano della loro vita, e credono che Dio nella sua bontà ci ha portato a loro in quel preciso momento e nella difficile situazione in cui si trovano.
E davvero il Signore ha visto queste persone, ha sentito compassione e ci ha inviate, con una cesta di alimenti, un vestito, un piatto di zuppa, o anche solo per ascoltarle; in tutto ciò che vedono che Dio è presente, sono persone di fede e di speranza.
Ciò che cerchiamo di fare in mezzo a queste persone è essere una presenza, offrire un po’ di conforto stando loro vicino, ascoltando le loro situazioni e aiutando in ciò che è per noi possibile. Questa è la nostra azione e il nostro modo di agire.
In questo periodo segnato dalla pandemia da Covid-19, siamo state spinte ad uscire dall’isolamento, perché la situazione all’esterno “gridava” più forte e così ci siamo poste in uno stato di uscita, cercando di essere presenti soprattutto nei frangenti critici come le occupazioni dei grandi appezzamenti di terreno per costruire capanne da parte di chi non ha un tetto.
In questa terra, infatti, molte persone vivono una condizione di grande instabilità di vita, cambiano sempre luogo perché non hanno una casa propria. Ma siamo rimaste sorprese da situazioni ancora più precarie. Ogni volta che uscivamo di casa per portare alimenti e vestiti scoprivamo che era il Signore a guidarci e a portarci in posti dove non avevamo programmato di andare, dove trovavamo gente con ancora più necessità. La nostra azione evangelizzatrice in questo periodo di isolamento sociale da febbraio prosegue così: non siamo riuscite a fermarci, perché la situazione della nostra gente ci muove a compassione.
Abbiamo fatto esperienza di impotenza quando ci siamo trovate di fronte a realtà molto tristi e difficili, più volte ci sono scese lacrime sul viso, perché abbiamo visto la commozione delle persone quando ci vedevano con i viveri o altro nelle mani.
In questo modo siamo giunte alla conclusione che la missione non si fermerà. E abbiamo affermato con cuore pieno d’amore che non si fermerà affatto…! Ci rendiamo conto che come Canossiane, discepole di Gesù, siamo provocate ogni giorno a non scoraggiarci di fronte alle sfide, all’incuria delle autorità di governo e a tenere il cuore sempre riscaldato dal desiderio di far conoscere e amare Gesù Cristo, a tutti coloro che ancora non lo conoscono, spezzando il pane della Parola e del cibo, il pane che soddisfa il loro bisogno.
Siamo grate a Dio, e alle persone che sono state e sono sempre disposte ad aiutarci con donazioni e con il lavoro volontario dei nostri amici (come Leonardo, Luigia, Eliana, Miranda e Gabriela) che non hanno misurato gli sforzi, e sono venuti ad aiutarci in questa missione che il Signore ci ha affidato.
Finora il Signore ci ha aiutato e certamente continuerà ad aiutarci, noi ne siamo convinte. Perché siamo operaie della Sua Messe.