«Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria»

«Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria»

Desidero dedicare il Messaggio di quest’anno al tema della narrazione, perché credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri.

Esordisce così, Papa Francesco, nel suo messaggio per la 54esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che anche quest’anno vivremo all’interno della Settimana della Comunicazione, dal 17 al 24 maggio. Nel suo messaggio, il Santo Padre definisce l’uomo come «essere narrante», che si nutre di storie tanto quanto di cibo. Ognuno di noi, con la sua vita, diventa narratore di una storia unica e originale. Che incrocia la trama di miliardi di altre storie, che insieme danno vita alla Storia. Una storia attraversata da una presenza: quella di quel Dio che si è fatto Parola, che ha scelto di coinvolgersi in questa storia e abitarla. «La Bibbia è la grande storia d’amore tra Dio e l’umanità», scrive ancora il Papa. Una storia d’amore in cui Dio ha scelto di farsi presente in prima persona, in Gesù. Che, come dice il Vangelo di Giovanni, ha rivelato il volto di Dio raccontandolo (cfr. Gv 1,18, exeghesato). Un Dio che si fa racconto, per arrivare all’essere narrante. E che lo invita a diventare co-autore di questa storia di salvezza, di cui scrivere insieme, ogni giorno, una pagina nuova.