È iniziata la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, appuntamento annuale che ci richiama a un maggiore impegno per la ricerca di una via che porti tutti i fedeli in Cristo a ritrovare “un cuor solo, un’anima sola” (At 4,32-35).
Il tema scelto per quest’anno è “Ci trattarono con gentilezza”, un riferimento all’episodio narrato negli Atti degli Apostoli (At 28,2) in cui la nave che trasporta a Roma l’apostolo Paolo in catene fa naufragio e ripara sulle coste dell’isola di Malta, dove i naufraghi vengono accolti dalla popolazione locale e ospitati per tre mesi, prima di ripartire alla volta dell’Italia. L’episodio del naufragio dell’apostolo Paolo – si legge nel sussidio preparato per la Settimana – “ripropone il dramma dell’umanità di fronte alla terrificante potenza degli elementi della natura” e la capacità di Paolo di ergersi “come un faro di pace nel tumulto”, perché “egli sa che la sua vita è nelle mani di Dio”. L’analogia con l’attualità è evidente: “Oggi molte persone – è scritto nel sussidio – affrontano gli stessi pericoli nello stesso mare. I medesimi luoghi citati nelle Scritture caratterizzano le storie dei migranti di oggi. In varie parti del mondo, molte persone affrontano viaggi altrettanto pericolosi, per terra e per mare, per scampare a disastri naturali, guerre e povertà. Anche le loro vite sono in balìa di forze immense e altamente indifferenti, non solo naturali, ma anche politiche, economiche e umane”.
L’invito è chiaro: la realtà dei movimenti migratori, la lotta per affermare il diritto di tutti alla ricerca di una vita migliore, la necessità di impegnarsi per un’accoglienza generosa e creativa, il rifiuto di qualunque forma di emarginazione sono oggi un terreno in cui i cristiani – di qualsiasi confessione – sono chiamati a riscoprirsi fratelli e a dare una testimonianza concreta di che cosa significhi incarnare con coerenza il vangelo.
È un appello che – come famiglia canossiana presente nei cinque continenti e continuamente a contatto con comunità e fedeli cristiani appartenenti ad altre confessioni – vogliamo raccogliere e fare nostro.
In questi giorni, nella nostra preghiera personale e comunitaria, portiamo davanti al Signore l’intenzione, E chiediamo il dono dello Spirito, perché converta i nostri cuori all’accoglienza e alla riconciliazione, seminando vie nuove