Dall’Europa alle Americhe. Dalla città che custodisce la memoria dell’apostolo Pietro e la cattedra dei suoi successori chiamati a pascere la Chiesa alla strisce di terra che congiunge i due lembi di un continente che si estende fino a sfiorare i due Poli. È intenso anche dal punto di vista simbolico, il percorso che dalla chiusura del Sinodo dei vescovi dedicato al tema dei giovani, della fede e del discernimento vocazionale (28 ottobre 2018) ci sta portando alla 34esima Giornata Mondiale della Gioventù (dal 22 al 27 gennaio).
In cammino, di nuovo, sempre
Dopo oltre un anno dedicato alla riflessione, all’ascolto, al confronto, alla discussione su come la Chiesa può accompagnare i giovani incontro alla vita, alle scelte e all’esperienza della fede, siamo di nuovo rimessi in cammino. Di nuovo chiamati a vivere – realmente e spiritualmente – l’esperienza di tornare sulla strada da discepoli.
L’eredità del Sinodo
Lo ha ricordato lo stesso Papa Francesco, nel suo discorso a chiusura dell’assemblea dei vescovi, dove ha sottolineato che il risultato dello straordinario percorso fatto in avvicinamento al Sinodo e nel confronto all’interno del Sinodo stesso non sta tanto nelle pagine del testo scaturito dalle discussioni e votazioni nelle commissioni e nell’assemblea.
Il risultato del Sinodo non è un documento, siamo pieni di documenti. Certo, noi abbiamo fatto un documento, l’abbiamo approvato, ma adesso lo Spirito Santo ci dà questo documento perché lavori nel nostro cuore. Perché lavori in noi, bisogna studiarlo e fare preghiera.
Come i discepoli di Emmaus
Si tratta, insomma, di rimettersi in cammino. Proprio come quei due discepoli che, dopo aver fatto esperienza del Risorto sulla strada da Gerusalemme al villaggio di Emmaus, tornarono di corsa a percorrere la strada per la città tre volte santa, per annunciare la gioia incontenibile nata nel loro cuore nell’incontro con Gesù. Non a caso è proprio l’episodio di Emmaus narrato alla fine del vangelo di Luca a essere stato scelto come icona e filo conduttore per il documento finale del Sinodo. Una scelta che ci consegna una responsabilità: quel “camminava con loro” che il testo dice del Signore è anche una chiamata per tutta la Chiesa – dai sacerdoti ai religiosi, dai laici alle famiglie – a camminare insieme ai giovani.
Il tema della XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù
Anche per l’icona biblica di riferimento per la GMG di Panama è stato scelto un brano del vangelo di Luca: “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). La figura di Maria, contemplata nei misteri gaudiosi, di nuovo al centro, così come già nelle GMG del 2017 (Lc 1,49) e del 2018 (Lc 1,30). L’appuntamento di Panama sarà la terza tappa di un cammino spirituale proposto con chiarezza da Papa Francesco, che ha voluto dare a queste tre GMG una forte connotazione mariana, richiamando al tempo stesso l’immagine di una gioventù in cammino tra passato (2017), presente (2018) e futuro (2019), animata dalle tre virtù teologali: fede, carità e speranza. Il cammino rilanciato dal Sinodo prosegue con lo sguardo a Maria, madre del discernimento, a cui il Papa e la Chiesa affidano i giovani.
Il logo
Maria è centrale anche nel logo scelto per l’appuntamento, quello elaborato da Ambar Calvo, studente dell’Università di Panama e vincitore del concorso di idee indetto per il logo della XXXIV GMG. Nell’immagine si notano: il Canale di Panama che simboleggia il percorso del pellegrino che trova in Maria la strada per incontrare Gesù; la sagoma dell’istmo di Panama, come luogo di accoglienza; la Croce del Pellegrino; la sagoma della Vergine che dice «avvenga di me quello che hai detto». Inoltre, punti bianchi come simbolo della corona di Maria e dei pellegrini di ogni continente. La sagoma del logo, che ha la forma di un cuore, e la lettera “M” come simbolo della frase «Ponte del mondo, cuore dell’universo» suggeriscono il nome di Maria come ponte verso Gesù.
Il messaggio del Papa
Nel testo scritto per la GMG, Francesco ci affida una consegna coraggiosa ed esigente. Il Papa invita infatti i giovani a sognare in grande e a sognare in concreto, impegnandosi in prima persona nella lotta contro le storture e ingiustizie del mondo, in nome di principi che traducono nella pratica della vita sociale il messaggio di gioia, servizio e fraternità del vangelo: bene comune, dignità, solidarietà, sussidiarietà. Non basta pensare, riflettere, confrontarsi, ci esorta Papa Francesco. Occorre sporcarsi le mani:
Non sogno gruppi di giovani seduti sotto gli alberi a discutere di questo, anche se è bene che lo facciano. Il mio sogno è più ambizioso: desidero un milione di giovani cristiani, o meglio, tutta una generazione, che sia per i suoi coetanei una ‘Dottrina Sociale con i piedi, in movimento’. Solo quelli che seguono Gesù cambieranno il mondo e si dirigeranno, guidati da lui, verso gli emarginati che vivono nel mezzo della società. Partecipate anche voi alla politica e lottate per la giustizia e la dignità e soprattutto per i più poveri.