Cinque anni con Francesco, dono per la Chiesa e il mondo

Cinque anni con Francesco, dono per la Chiesa e il mondo

“Fratelli e sorelle, buonasera”.

L’abbiamo tutti ancora davanti agli occhi. La sera di piazza San Pietro illuminata dalle luci di candele e smartphone, l’attesa trepidante, il cardinale protodiacono che annuncia quel nome quasi sconosciuto. E poi, finalmente, il nuovo papa: la semplice veste bianca, il sobrio crocifisso scuro. Il suo sorriso. Le sue prime parole. “Iniziamo questo cammino, vescovo e popolo, popolo e vescovo”.

Era la sera di cinque anni fa, il 13 marzo 2013. Oggi, 13 marzo 2018, è soprattutto il momento della gratitudine per il dono che Papa Francesco è per la Chiesa e per il mondo.

Sì, perché in questi primi cinque anni di cammino insieme a Papa Francesco ne abbiamo fatto un bel po’. Un cammino che ha allargato i nostri orizzonti, sempre più rivolti alle periferie del mondo: periferie esistenziali, prima che geografiche. Ai margini delle grandi rotte della globalizzazione, che spesso sono i marciapiedi sotto casa. Anzi: spesso le nostre stesse case. Un cammino che ci ha spinto ad affinare lo sguardo, a scendere in profondità: a recuperare confidenza e allenamento nell’antica arte del discernimento, risorsa essenziale per il cristiano – per l’uomo – che vuole vivere oggi in modo libero, consapevole, pienamente umano. Un cammino di ritorno alle sorgenti della vita e della fede, alla radicalità del vangelo, alla cui luce verificare i nostri desideri e progetti, che conduce necessariamente all’apertura all’altro e ai fratelli. Dentro e fuori dalla Chiesa. Che per essere fedele al vangelo deve essere sempre più “in uscita”.

Sono ricchissimi gli insegnamenti che il magistero di Francesco ci ha donato. A partire dal suo stile di ricerca costante del dialogo: all’interno della Chiesa, tra le confessioni cristiane, con le altre religioni, con le istituzioni politiche. Nella riflessione sulla centralità della famiglia nell’esperienza umana, famiglia a cui il Papa ha dedicato due sinodi. Nel richiamo al cuore, all’essenzialità della dimensione personale della fede, vissuta al livello profondo della propria coscienza. Nel “metodo” della misericordia, approfondito nell’anno giubilare straordinario. Nell’attenzione speciale ai giovani, a cui proprio quest’anno sarà dedicato il sinodo dei vescovi. Dialogo, famiglia, cuore, misericordia, giovani: richiami e tracce di cammino che risuonano in modo speciale con il carisma canossiano.

Quel carisma canossiano che anche Papa Francesco ha potuto incontrare in due occasioni particolari, nel 2017: la visita alla parrocchia di Santa Maddalena di Canossa, a Roma Nord, nella borgata di Ottavia, a marzo, e la visita in Myanmar a novembre. Incontri in cui Francesco ci ha rinnovato l’invito a impegnarci anzitutto per il dialogo. A tutti i livelli. A partire dalla vita di tutti i giorni.

Un impegno che oggi – nella gratitudine per il dono di un Papa così – vogliamo rinnovare, in cammino, “gioiosi e profetici, perché il mondo creda”.