Oggi, sabato 16 dicembre, il Comune di Schio (VI) conferisce la cittadinanza onoraria a Santa Giuseppina Bakhita. Un gesto significativo, che chiude l’anno in cui abbiamo ricordato il 70esimo anniversario della morte della santa, avvenuta nella città in provincia di Vicenza l’8 febbraio 1947. Con questo atto, approvato all’unanimità dal consiglio comunale, Schio ha voluto «un momento di ricordo e condivisione con la cittadinanza sulla sua figura e sui valori che si possono trarre dalla sua esperienza di vita, sia umana che religiosa», come ha spiegato il sindaco Valter Orsi.
Una scelta che non può che essere motivo di gioia per tutta la famiglia canossiana. La figura di Bakhita – nata in condizione schiavile in Sudan, emancipata dal console italiano a Karthoum e giunta in Italia nel 1884, immigrata ante litteram – è davvero quella di una «Sorella universale», come ebbe a dire papa Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione della religiosa di origine sudanese nel 1992.
La sua storia di donna nata schiava in Africa, convertita al cattolicesimo e naturalizzata italiana – tanto da essere nota a molti come «la santa di Schio» -, di santa universale perché internazionale, attuale e capace di parlare a tutte le culture e a tutti i ceti sociali, contiene un messaggio forte per le donne e gli uomini di oggi, come ben sottolineato da un articolo apparso su Avvenire: «Capace di essere amica e compagna di strada di tutti perché nella sua umiltà vicina a ognuno, il bianco italiano ne ammira l’umiltà e la capacità di identificarsi nella Parola, il nero africano a lei si affida per trovare anch’egli una degna collocazione nel mondo». Non a caso Benedetto XVI nella Spe salvi la propone come modello di santità per il nostro tempo.